Le carceri sono un inferno
Per donne, minori e internati di più

Nella cronaca del disastro del sistema detentivo italiano, i problemi che investono le carceri per adulti rischiano di offuscare altre criticità altrettanto importanti ma nascoste tra le fette minoritarie della popolazione carceraria. Al pari di altre regioni, in Sardegna le strutture detentive sono pensate e costruite per uomini adulti, mentre la funzione di reinserimento sociale di altri soggetti – siano donne, minori o internati - è ostacolata da condizioni strutturali a dir poco carenti o dalla mancanza di personale. Le donne detenute in Sardegna vivono in strutture che non sono pensate per la detenzione femminile, hanno a che fare con delle prassi che si rivelano ulteriori ostacoli invisibili, che si aggiungono alle sbarre. Per esempio, abitano in celle che non rispettano appieno le normative, oppure non trovano indumenti adatti e il numero di atti di autolesionismo o tentati suicidi raggiunge numeri preoccupanti. Anche i ragazzi che si trovano nell’Istituto penale per i minorenni (Ipm) di Quartucciu vivono in una struttura fatiscente e fuorilegge, non adatta a ospitare dei ragazzi. Inoltre, con l’approvazione del Decreto Caivano, chi ha compiuto 18 anni può essere spostato in un carcere per adulti, con tutte le conseguenze del caso. Infine, il limbo in cui vivono gli internati è inaccettabile. Sono ex-detenuti, considerati socialmente pericolosi e inseriti in strutture che dovrebbero occuparsi del loro reinserimento sociale ma la mancanza di personale compromette qualsiasi attività