La prima commissaria d’Italia tra sequestri, conflitti a fuoco e colleghi che «non volevano eseguire gli ordini di una donna»
Sono i primi anni ’80 quando Maria Cesaria Stasi, 31enne di Brindisi, arriva a Nuoro fresca vincitrice del concorso come commissaria di polizia, subito dopo la riforma che aveva aperto la strada alle donne in divisa. In questa intervista racconta i suoi trent'anni di carriera in un mondo di maschi, restii ad accettare i suoi ordini: dalla liberazione dell’ostaggio Ivan Mulas, alla guida dell’operazione che portò alla cattura di un pericoloso latitante. Dal clamore mediatico sui giornali che la definivano «la Maigret in gonnella» e ne accentuavano l’avvenenza fisica, fino alla trasmissione di Enzo Biagi con il celebre commissario Mario Nardone. Nel mezzo quel rifiuto dei superiori alla sua partecipazione al conflitto a fuoco di Osposidda, avvenuto il 18 gennaio 1985 nelle campagne tra Oliena e Orgosolo, che pesa come un macigno. E quella volta che prese parte alla retata per l’arresto di un uomo e rimase tutta la notte a prendersi cura della moglie e a tranquillizzare i figli piccolissimi