Pensati per risolvere l'atavico problema del precariato che attanagliava chi da anni lavorava senza un futuro certo, i concorsi banditi da Laore, l'agenzia della Regione che si occupa di assistenza in agricoltura, si sono trasformati in un liberi tutti. Nella lunga lista dei neoassunti: un consigliere regionale in carica, diretti discendenti di funzionari, sindacalisti e dirigenti della stessa agenzia, parenti dei commissari d'esame e perfino una professionista con la passione per la scenografia che, al di fuori dell'agenzia, lavora a stretto contatto con il commissario straordinario di Laore, Gerolamo Solina. Un'ombra però si allunga sulle selezioni, condotte con criteri «anomali, che non hanno garantito né merito, né imparzialità della procedura», dice l'avvocato amministrativista Riccardo Caboni