Sequestri, omicidi, faide e capi di Stato Massimo Locci, il fotoreporter che ha raccontato l’isola al mondo
Il battesimo del fuoco è arrivato nel 1986, quando un latitante rintanato nelle campagne del Nuorese aveva bisogno di una fototessera per la fuga. Chiamarono lui, totalmente ignaro di quanto avrebbe dovuto fare. E quando nel 1995 l'imprenditore macomerese Giuseppe Vinci, dopo dieci mesi in mano ai sequestratori, riabbracciò il figlio, lui era lì. Due anni dopo, scena identica con Silvia Melis, finalmente libera dopo nove mesi di prigionia. Lui era sempre lì. E così sulle scene di cronaca nera - «Un lenzuolo bianco, una chiazza di sangue, un parente prostrato a piangere la vittima» - quasi tutte uguali. Ma ha frequentato anche set cinematografici e presidenti della Repubblica. Classe 1965, in trentasette anni il fotogiornalista Massimo Locci ha raccontato l'isola al mondo. Qui ripercorre la sua carriera con una lunga intervista tra aneddoti mai rivelati e una serie di scatti più o meno noti, molti dei quali finiti sulle copertine di quotidiani e periodici nazionali e internazionali