Il progetto (fermo al palo) per ricavare miliardi di euro dai fanghi rossi di Portovesme
C’è un progetto per ottenere terre rare e metalli preziosi dai fanghi rossi di Portovesme, ma oggi è fermo al palo a causa di un mancato accordo con la Rusal, la multinazionale russa dell’alluminio cui fa capo l’Eurallumina, che non ha gradito l’ingresso di un concorrente nel mercato mondiale dello scandio, di cui è leader. Il "nemico" si chiama Ecotec, azienda con sede nell'area industriale cagliaritana di Macchiareddu. Se il progetto dovesse andare in porto, l'azienda fondata dall'imprenditore Aldo Imerito potrebbe produrre notevoli quantità del prezioso metallo, oggi strategico per l'industria aerospaziale. Dai circa 30 milioni di metri cubi di fanghi rossi stoccati a Portovesme si potrebbero recuperare materiali per un valore compreso tra i 7 e gli 11 miliardi di euro. Oltre al naufragio della trattativa, c’è anche l’inerzia della Regione, che secondo l’ex coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi avrebbe potuto fare la voce grossa e far passare il progetto. Ma, dopo numerosi tentativi a tutti i livelli dell'istituzione regionale, il presidente di Ecotec Imerito si dice «esausto e deluso». Contattata da indip, l’assessora regionale all'Industria Anita Pili non ha dato seguito alla richiesta di intervista. Infine, non sono mancati i sospetti da parte di Ecotec legati alla potenziale violazione dei segreti industriali su cui si basa la tecnologia messa a punto nei laboratori di Macchiareddu. Tutte ragioni che hanno portato l’Ecotec a proporre l’innovativo impianto in Ungheria e Texas