Con la Legge di stabilità 2023 il consiglio regionale ha distribuito a pioggia oltre 90 milioni di euro. C'è una fondazione nuorese pressoché inattiva che grazie a mezzo milione caldeggiato da qualche anonimo consigliere potrà acquistare l'attuale sede istituzionale. Interessanti i soggetti coinvolti. E poi c'è la marea di soldi pubblici che finirà nei conti correnti della Chiesa cattolica (la bellezza di 21 milioni per la manutenzione e la ristrutturazione di parrocchie, sagrati, oratori e campanili) e di varie associazioni individuate senza alcun bando pubblico e, dunque, senza alcuna valutazione. Il meccanismo è tanto semplice quanto banale: è sufficiente che un consigliere regionale perori la causa ed ecco i bonifici da centinaia di migliaia di euro che aggirano l'antipatico lacciuolo dei pubblici bandi. Ai quali devono sottostare – correttamente – i comuni mortali. Variegato il parterre dei fortunati beneficiari, di cui Indip fa nomi e cognomi: ex consiglieri regionali, pezzi grossi delle Acli e pure associazioni fantasma sconosciute perfino all'onnisciente Google. Una vergogna che si ripete puntualmente anno dopo anno, indipendentemente da chi governa