- Raffaele Angius
- raffaeleangius@indip.it
- Pablo Sole
- pablosole@indip.it
Magnifico Rettore Prof. Arben Gyata, mi pregio di scriverVi con animo grato e colmo di riconoscenza per aver scelto la mia persona per il conferimento di un riconoscimento così importante qual è la Laurea Honoris Causa conferitami dal vostro prestigioso Ateneo».
Quale solida convinzione abbia spinto il presidente della Regione Christian Solinas a vergare tali righe non è chiaro. Ma di certo dev’essere stato indotto in errore se la sera del 2 settembre scorso, alle 23:45, ha sentito l’urgenza di inviare un’email alla massima autorità dell’Università di Medicina di Tirana, ringraziandola per un titolo che non ha mai ricevuto e che l’ateneo – va da sé – non gli ha mai tributato.
Eppure il messaggio – che Indip ha ottenuto insieme a una copiosa e inedita documentazione – è la chiave di volta dell’inchiesta per corruzione e riciclaggio avviata dal pm della Procura di Cagliari Giangiacomo Pilia a inizio 2022 e culminata, il 20 febbraio scorso, nel sequestro dei dispositivi elettronici in uso al presidente Solinas, fatta eccezione per il personal computer, trafugato poche ore prima del sequestro.
Nelle stesse ore, sono stati sequestrati pc e smartphone anche al consulente del presidente Christian Stevelli, all’imprenditore cagliaritano Roberto Zedda e al neo nominato direttore generale dell’Autorità di gestione del programma operativo Eni Cbc Bacino del Mediterraneo, Roberto Raimondi, con un compenso lordo annuo di 100mila euro. È quest’ultimo il dirigente che, secondo l’accusa, avrebbe fatto da intermediario con l’ateneo albanese per far ottenere il titolo onorifico a Solinas, in cambio della nomina in Regione. Andiamo con ordine.
12 agosto 2022, spunta la laurea honoris causa in medicina
Secondo il materiale raccolto durante le indagini dagli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cagliari – che Indip ha potuto visionare – la fantomatica laurea honoris causa che l’Università di Medicina di Tirana avrebbe deciso di conferire al presidente Solinas si palesa per la prima volta il 12 agosto 2022. In tale data il consulente del governatore, Christian Stevelli, invia al capo della giunta un messaggio vocale su WhatsApp e riferisce che tale «Roberto» ha bisogno di una risposta «per l’honoris causa» perché l’indomani deve «inviare la proposta» e se Solinas è d’accordo, «conferma il tutto».
Il tema tiene banco per qualche giorno. Il 13 agosto Stevelli ribadisce il concetto e aggiunge nuovi particolari. L’università albanese è «molto importante», intende conferire una laurea in medicina e i vertici dell’ateneo avrebbero chiesto a «Roby» un nominativo. «Vorrebbe fare il tuo», scrive il consulente a Solinas. Il quale non sembra dare riscontro alle richieste, tanto che Stevelli torna sull’argomento anche il 14 agosto: «Chri, ho necessità di una risposta per la questione “honoris causa” – scrive su WhatsApp – domani devo inviare la proposta (è ferragosto solo in Italia)». Ricorda poi al governatore che «serve il cv in inglese» e con un messaggio vocale fa presente il pressing di «Roberto», perché «deve mandare la proposta domani» e se Solinas dà «l’ok, confermerà il tutto».
La «fibrillazione» di Raimondi
Nei giorni immediatamente successivi, Stevelli propone una riunione a tre e il 16 agosto invia un messaggio al presidente: «Ciccio, appena puoi dammi orario e luogo per Roby». Se l’incontro sia effettivamente avvenuto non si sa. Dai documenti però emerge che il 23 agosto il consulente chiede a Solinas se per «Roby» fosse «tutto ok». Stevelli quel giorno è a pranzo con «la famiglia di Roberto» e vorrebbe «rassicurarlo». Due giorni dopo, il 25 agosto, il governatore sta presiedendo una riunione di giunta regionale.
Alle 11.39 riceve un primo messaggio da parte di Christian Stevelli: «Ciccio ricordati di Roby oggi». Alle 13.07 il consulente torna alla carica: «Mi sto spostando fammi sapere se tutto ok… è in fibrillazione». Quaranta minuti dopo, Solinas chiama il segretario generale della Regione, l’ex presidente del Tar Sardegna Francesco Scano. Per una comunicazione che suona più o meno così: «Abbiamo appena nominato il direttore generale di Eni Cbc». È Roberto Raimondi. Scano, dicono le carte in mano a Indip, «manifesta apprezzamento».
Cos'è il programma Eni Cbc e chi è Roberto Raimondi
Cos'è il programma Eni Cbc e chi è Roberto Raimondi
Istituito nel 2014, lo Strumento europeo di vicinato per la cooperazione transfrontaliera (European neighbourhood instrument cross border cooperation - Eni Cbc) è un programma diviso in 14 aeree, a cui Paesi comunitari e confinanti possono rivolgersi per accedere al finanziamento di progetti di cooperazione condivisa. Una sorta di partenariato esteso che vede la Sardegna come ente capofila per il bacino del Mediterraneo. Nell’isola il programma ha assegnato poco più di 6 milioni di euro a vari partner, come le università di Cagliari e Sassari e la Fondazione di Sardegna.
Il profilo internazionale dell’incarico e il prestigio che ne consegue sembrano in linea con le ambizioni di Raimondi, il cui curriculum vanta collaborazioni internazionali che portano il manager, nato a Cagliari ma vissuto per più di vent’anni a Perugia, fino ai Balcani.
A mettere in discussione il curriculum del manager è la Guardia di finanza, che lo analizza minuziosamente rilevando come nessuna delle esperienze professionali da lui effettivamente svolte sembri soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa di riferimento, «soprattutto in termini di competenze necessarie per poter coordinare e sovrintendere i lavori e le prestazioni dell'Autorità di Gestione». Le esperienze di Raimondi, prosegue la Gdf, «non appaiono in linea con i curriculum dei suoi predecessori».
Tuttavia uno scrutinio del manager in Regione è stato effettivamente svolto. Secondo quanto emerge da alcuni documenti in possesso in Indip, in due occasioni un funzionario di viale Trento ha cercato e ottenuto conferma delle dichiarazioni di Raimondi. La prima dall’American Hospital Group di Tirana, dove il manager «ha servito come general manager», conferma una lettera della struttura sanitaria. E sempre nella capitale albanese è stato docente dell’Università di Medicina, tra il 2018 e il 2022. Secondo quanto confermato dal rettore della medesima, Arben Gjata, Raimondi ha lasciato l’incarico proprio per rivestire quello di dirigente di Eni Cbc, che «non permetteva una continuazione del suo contratto stipulato e relativo alle docenze suddette», scrive il Magnifico.
Verosimilmente Raimondi viene introdotto a Solinas da Stevelli, con cui sono in confidenza (il 23 agosto erano a pranzo insieme con le rispettive famiglie, come già riportato) e fratello massone, come si è appreso da fonti di stampa. Secondo un’indiscrezione pubblicata dal Fatto Quotidiano, due giorni dopo il sequestro dei dispositivi, entrambi sono stati sospesi da ogni attività nelle rispettive logge su decisione del gran maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi), Stefano Bisi.
I messaggi raccolti dalla Gdf rendono evidente l’interessamento di Stevelli per la laurea honoris causa promessa a Solinas - stando a quanto dice il consigliere - proprio da Raimondi. È quest’ultimo che, già ad aprile, invia a Stevelli lo screenshot di una conversazione nella quale il rettore Arben Gjata lo informa di volerlo invitare nel «Board degli amici dell’Università di Medicina di Tirana». Un modo per evidenziare l’accredito di Raimondi nell’ateneo, secondo le Fiamme gialle. (r.a.)
«Fai tua la mail ed inviala per Tirana»
Se dalle carte emerge la costante attività di intermediazione di Stevelli – parecchio prodigo nell’opera di raccordo tra Raimondi e Solinas – quel che accade sul versante della laurea ad honorem nelle due settimane successive a Ferragosto non è noto.
Ricostruendo passo passo la catena degli eventi però, è chiaro che a fine mese il presidente della Regione è convinto che i giochi siano chiusi. E alla grande, visto che oltre alla laurea spunta pure una docenza all’ateneo albanese in qualità di visiting professor. Per questo, con il supporto del consulente Stevelli, prende carta e penna per ringraziare il rettore dell’Università di Medicina Arben Gjata e Roberto Raimondi, nominato pochi giorni prima dallo stesso Solinas alla guida del capitolo Mediterraneo di Eni Cbc.
Nel primo pomeriggio del 31 agosto 2022 – sei giorni dopo la nomina di Raimondi al vertici di Eni Cbc – alle 15.48 una notifica illumina lo smartphone di Solinas. A scrivere è Stevelli, che per lui ha confezionato una prima ed embrionale email di ringraziamento: «Fai tua la bozza ed inviala per Tirana», recita l’oggetto.
Nel corpo del testo poche righe formali rivolte al rettore dell’ateneo balcanico per cui Solinas ringrazia per la laurea e per l’invito quale «invited professor presso il vostro Ateneo», si legge.
Nello specifico, lo status di professore invitato si utilizza quando il docente è chiamato a svolgere anche un’attività didattica. Come in questo caso: si vedrà a breve.
Non è chiaro chi abbia informato e convinto Solinas circa il conferimento della laurea honoris causa, ma se quest’ultimo non è trasalito quando ha letto la bozza preparata da Stevelli, è probabile che a quel punto sia genuinamente convinto di poter aggiungere una pergamena alla parete del suo studio.
Stevelli dà indicazione affinché l’email sia inviata al rettore e a Raimondi. «Ancor di più tale riconoscimento mi lusinga e non nascondo, che quando tale notizia mi è stata comunicata dal Prof. Raimondo (sic) tanta è stata la sorpresa ma soprattutto l’emozione provata», sono le parole che Stevelli suggerisce e che Solinas farà sue.
Pochi minuti dopo, alle 16.13, Stevelli invia una seconda email con allegato il curriculum sintetico di Christian Solinas. Il quale riporta anche la titolarità di una cattedra in Storia del diritto italiano alla Link university di Roma. Una vicenda, quest’ultima, che Indip racconterà nel dettaglio nella seconda puntata dell’inchiesta.
Il quadro indiziario delineato dalla Guardia di finanza e il richiamo alla corruzione
Il quadro indiziario delineato dalla Guardia di finanza e il richiamo alla corruzione
Secondo gli uomini della Guardia di finanza, le indagini inducono a «non escludere l'ipotesi investigativa», per cui la nomina di Raimondi è stata affidata in assenza dei requisiti di legge. Fatta questa premessa, le Fiamme gialle sostengono che «gli eventi hanno visto coinvolti Solinas Christian e Raimondi Roberto sia come beneficiari sia come mediatori/promotori della reciproche “controprestazioni”, ognuno nel proprio ambito di influenza (accademico e istituzionale).
Da qui il richiamo a un quadro indiziario che per Solinas e Stevelli richiamerebbe, in concorso, la corruzione per l'esercizio della funzione, che si perfeziona quando «il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa» ed è punito con la reclusione da tre a otto anni.
Nelle carte viene poi stigmatizzato il fatto che il presidente Solinas firmi la delibera di nomina di un professionista che, nei mesi precedenti, è stato costantemente in contatto con il suo consulente e che il capo dell’esecutivo ha incontrato almeno una volta, il 12 luglio 2022, come documentato dagli atti di indagine. Peraltro, i contatti erano già stati avviati mesi prima. Il 14 aprile, ad esempio, Stevelli invia a Solinas un messaggio vocale chiedendo al presidente se volesse «incontrare Roberto per una chiacchierata su varie cose, compreso “quello che ha chiesto lui”».
Un ménage consolidato, secondo gli uomini della GdF, per cui ai sensi del Piano nazionale anticorruzione «Solinas avrebbe dovuto astenersi dalla firma del provvedimento di nomina, constatati i rapporti di frequentazione o corrispondenza abituale con Raimondi Roberto». (p.s.)
Spyware e indirizzi segreti
Il presidente della Regione è persona riservatissima. È probabilmente questa la ragione per la quale la Gdf sembra aver acquisito molti più messaggi inviati da Stevelli al presidente che non il contrario, a quanto si evince dagli incartamenti in possesso di Indip. Al contrario, munifico di informazioni si è rivelato l’indirizzo email riservato in uso a Solinas.
Questo avviene nell’ambito degli approfondimenti per un altro filone d’inchiesta che riguarda il presidente, quello per la vendita di un rudere in agro di Capoterra acquistato da Solinas per 50mila euro e rivenduto per mezzo milione all’imprenditore cagliaritano Roberto Zedda. Secondo la procura la compravendita nasconderebbe una tangente versata da Zedda in cambio di appalti regionali.
Ed è proprio grazie al filone relativo al rudere di Capoterra che gli uomini delle Fiamme gialle sono risaliti all’email riservata di Solinas. È stato sufficiente “impossessarsi” del cellulare di Zedda attraverso l’installazione di un software-spia – in gergo spyware, invisibile al proprietario del dispositivo – e tra le immagini dello smartphone è spuntato un foglietto di carta su cui era annotato un indirizzo email del provider Tiscali. Fatte le dovute verifiche, gli investigatori accerteranno essere proprio quello di Solinas.
Solinas scrive, nessuno risponde
È dall’indirizzo riservato del capo dell’esecutivo che il 2 settembre 2022 viene inviata un’email con oggetto «Ringraziamenti e comunicazioni – presidente Christian Solinas».
Riprendendo ed espandendo la bozza già preparata da Stevelli alcuni giorni prima, il presidente scrive rivolgendosi al «Magnifico Rettore Prof. Arben Gyata (testuale, ndr) e Ch.mo Prof. Roberto Raimondi», pregiandosi di scrivere «con animo grato e colmo di riconoscenza per avere scelto la mia persona per il conferimento di un riconoscimento così importante quale è la Laurea Honoris Causa in medicina conferitami dal Vostro prestigioso Ateneo, riferimento d’eccellenza per l’intera penisola dei Balcani».
A seguire un’ampia riflessione sulle difficoltà portate dalla pandemia e sugli anni difficili che «hanno disorientato anche le menti più illuminate».
A differenza della prima stesura di Stevelli, Solinas non si ferma ai formalismi: si spinge oltre fino a ripercorrere il suo operato in qualità di presidente della Regione «ed in quanto tale, massima Autorità Sanitaria territoriale».
Scelte difficili e «radicali», l’istituzione del primo «passaporto sanitario» e la tempestività del suo operato nell’emergenza della pandemia corredano l’elegia personale, dalla quale tuttavia manca una realistica descrizione dello stato degli ospedali sardi o la cronaca dell’acquisto di macchinari medici pagati e mai arrivati.
«Per queste ed altre ragioni, che in questa sede non si possono evidentemente sviluppare, tale riconoscimento mi commuove e mi lusinga», scrive Solinas. «Non nascondo che, quando tale notizia mi è stata comunicata dal Prof. Raimondi, sono rimasto non solo fortemente stupito e sorpreso, ma sopraffatto da una grande emozione», aggiunge.
Passano i giorni e – a quanto si evince dai documenti in possesso di Indip – il commosso ringraziamento di Solinas rimane senza risposta. Dev’essere questa la ragione per la quale, il 12 agosto alle 00:53, si risolve per inviarlo nuovamente. Stavolta però rimedia pure a una dimenticanza: dieci giorni prima aveva scordato di allegare all’email sia il curriculum, sia la proposta di insegnamento come visiting professor. Il testo non cambia, così come i destinatari: sono ancora una volta il rettore dell’Università di Medicina di Tirana Arben Gjata e Roberto Raimondi. E ancora una volta, dall’altro lato non arriva nessun riscontro.
Dalla laurea alla docenza, il risultato non cambia
Oltre alla laurea honoris causa in medicina, nel pacchetto albanese rientrerebbe pure una docenza. Così Solinas fa seguito all’ipotetica proposta di docenza proponendo l’attivazione di un corso ad hoc. Trentasei ore di lezione per nove crediti formativi in «Storia delle istituzioni e dei sistemi sanitari», si legge nel documento.
Le dissertazioni – proposte in italiano e inglese – afferiscono alle aree d’insegnamento di Storia della medicina (Med/02), Storia della scienza (M-Sto/05) e Storia del diritto moderno e medievale (Ius/19).
Quest’ultimo probabilmente in memoria del titolo di studio in giurisprudenza conseguito dal presidente nel 2018 all’Università di Sassari con la discussione di una tesi mai resa pubblica, nonostante le richieste di accesso agli atti presentate da Indip all’ateneo turritano e per la quale appena pochi mesi dopo aver svestito toga e tocco già si vantava di essere «storico del diritto».
Tuttavia, ancora una volta ringraziamenti e proposte d’insegnamento cadono nel vuoto. Raimondi e Gjata non rispondono e, a mesi di distanza, smentiscono addirittura di aver mai ricevuto alcun messaggio di ringraziamento da parte di Solinas.
Le email fantasma
Contattato da Indip, l’avvocato di Roberto Raimondi, Marco Angelini, fa sapere che il suo cliente non ricorda di aver mai ricevuto alcuna email di ringraziamento da parte di Solinas e che non si spiega perché Stevelli abbia incoraggiato il presidente a inviarla in prima istanza, dal momento che nessuna laurea gli è mai stata conferita.
Raimondi non è direttamente raggiungibile in quanto la procura non ha ancora restituito le schede telefoniche sequestrate a febbraio. Ma la sua versione è confortata dalla posizione del rettore dell’Università di Medicina di Tirana, che Indip ha contattato via email allo stesso indirizzo al quale Solinas ha inviato le due lettere di ringraziamento e la proposta di attivazione di un nuovo corso.
«Io non ho letto nessun email da Solinas, anche se a settembre non sapevo chi fosse il Presidente della Sardegna, ma se avessi avuto un messaggio dal Presidente di una Regione Italiana almeno avrei avuto la cortesia di rispondergli e mi sarei ricordato», scrive Gjata, spiegando che le università albanesi possono assegnare solo due titoli honoris causa per ogni anno accademico e che nel 2022 sono stati scelti un professore di Bari e uno di Saarbrucken, in Germania.
L’unico sardo a ora titolare di una laurea honoris causa nell’ateneo albanese rimane dunque l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci, come già raccontato su queste pagine.
L'incidente diplomatico (quasi) sfiorato
A vedere la reputazione della sua università messa in discussione Gjata non ci sta: come dimostrano documenti in possesso di Indip, il 27 febbraio (pochi giorni dopo l’esplosione del caso mediatico) il rettore firma un’accorata lettera all’indirizzo dell’ambasciatore Fabrizio Bucci, premurandosi di «denunziare e smentire verso Lei, l’Ambasciata Italiana in Albania e il Governo Italiano una notizia falsa che è stata riportata dai media italiani ed albanesi relativamente al conferimento del suddetto titolo onorifico e di una docenza presso il nostro Ateneo al Signor Christian Solinas, Presidente della Regione Sardegna».
«Tale denunzia e smentita è doverosa non soltanto ad onore del vero ma anche in difesa della reputazione compromessa dell’Ateneo che è stato tacciato di alta corruzione – prosegue il rettore – in quanto, nei servizi mediatici nazionali italiani ed albanesi dedicati a tale accaduto insussistente, si riporta come motivo del conferimento della Laurea “Dottor Honoris Causa” l’accoglimento di richieste di favoritismi, certamente irregolari ed inaccettabili, da parte dell’Ateneo di un precedente docente italiano assunto nel personale pedagogico esterno nel nostro Ateneo, il Professor Roberto Raimondi, ledendo anche la sua reputazione».
L’Università di Medicina di Tirana, insomma, prende le distanze dalla vicenda ma assume anche la difesa di Raimondi, chiedendo l’interessamento dei competenti ministeri italiani e preannunciando che della vicenda verranno interessati anche gli organi giudiziari albanesi. Contattato da Indip via email, Christian Stevelli ha fatto sapere che il quadro preciso della vicenda emergerà dall’analisi dei dispositivi sequestrati e, al momento, preferisce non rilasciare dichiarazioni.
Immagine di copertina: il presidente della Regione Christian Solinas – fonte: regione.sardegna.it
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Il seguito dell'inchiesta
«Chiarissimo Professore,
Presidente senatore»
Da matricola di giurisprudenza a docente universitario. Nell'arco di ventisette anni. E più precisamente tra il 1995, anno in cui il presidente della Regione Christian Solinas...
Dopo Roma e Tirana, nell’inchiesta su Solinas
spunta una terza università
Il rettore: «Pronto a querelare»
Un'email, un monogramma misterioso, due nomine di peso in ambito accademico e un professionista cagliaritano che dopo ventidue anni di «esilio lavorativo» gradirebbe tornare in Sardegna....